Giorni di cambiamento
by Michele Lanciani
Ricordo perfettamente quel giorno, quando arrivai al tempio multi religioso di Isha in Tamilnadu, poco fuori Coimbatore, dove mi trovavo per iniziare il mio primo Panchakarma. Fu il mio primo giorno in India (Novembre 2012) il mio primo impatto con questa fantastica cultura e il mio primo approccio con le energie sottili. Stavo aspettando il mio turno per entrare nel tempio e già mi sentivo strano, non saprei descriverlo, mi sentivo irrequieto ma allo stesso tempo calmo, avevo un nodo allo stomaco ed un insolita pressione nella regione cardiaca. Mi fecero entrare, appena varcai la soglia senti un forte cambio di energia che mi pervase tutto il corpo con brividi, calore e pizzicori ovunque nel corpo, specialmente sulla colonna vertebrale, sul cuore e sulla sommità della testa. Fu come essere investiti da una raffica di vento caldo ma internamente… Rientrato in me iniziai ad osservare la struttura del tempio: era un enorme cupola in mattoni, con delle piccole cellette per meditare lungo la sua circonferenza. Al centro un enorme Shiva Lingam di 3m in pietra, avvolto da una spirale in rame, situato in un piccolo laghetto con offerte floreali. Esattamente sopra il lingam, nella sommità centrale della cupola, vi era una mezza sfera in rame e sopra di essa l’apertura centrale della cupola. Era incredibile, dati i miei recenti studi su Nikola Tesla, sulle frequenze e le risonanze dei suoni ne intuii subito la funzione, realizzai di essere dentro ad un enorme Woofer o cassa di risonanza. Mi sembrò subito chiaro che era stato studiato apposta per amplificare l’energia pensai. Era l’unica spiegazione che mi davo allora. Mi sedetti con altri pellegrini, chiusi gli occhi ed iniziai a cercare di tranquillizzarmi, non fu molto facile, non conoscevo ancora metodi che me l’avrebbero permesso. Ero un aspirante Yogi alle prime armi soggiogato da una mente ballerina alla ricerca della verità. Passati 15 minuti ci fecero uscire dal tempio per far entrare altra gente, il luogo era molto affollato ma pacifico. Varcando la soglia per uscire, sentii di nuovo un cambio di energia, come se ce ne fosse di meno all’esterno. Camminai con delle amiche dirigendomi verso la mensa, ci scambiammo dei punti di vista ed io sembravo il più colpito e cambiato dall’evento. Mi sentivo veramente strano, quasi spersonalizzato, era una sensazione simile a quelle già sperimentate con piante psichedeliche in sud america, ma molto più reale e naturale dato che non avevo assunto niente. Non riuscivo a pensare a niente, neanche sforzandomi, la mente era completamente sgombra, una pace infinita, presenza totale, una sensazione di vita raggiunta da me poche volte in quegli anni. Era talmente inusuale per me vivere nel presente, senza pensare continuamente che mi iniziai a spaventare, mi sentivo annullato, senza nome, paese, senza corpo. Iniziai a vedere tutto come fosse un grande teatro, sembrava tutto finto, la gente, gli alberi, il tempio stesso, sembrava tutto far parte dello stesso copione, sembrava un teatro con i suoi stage semovibili. Tutto era pervaso da una specie di nebbiolina che avvolgeva le sagome di ogni cosa che stessi vedendo, tutto iniziò a respirare e diventare più rarefatto, come vapore. ci sedemmo alla mensa per mangiare un Thali, e le mie amiche mi chiesero che cosa mi stesse succedendo, ero insolitamente taciturno e riflessivo, dissero che il mio viso e il mio sguardo erano differenti, mi chiesero se stessi bene. Io non sapevo che rispondere, dissi: “non so come mi sento, non mi sento, non vi preoccupate sto bene, lasciatemi in pace. In quel momento mentre mangiavo iniziai ad avvertire una pressione sul petto in centro fra lo sterno e la regione del cuore, una pressione che spingeva da dentro verso fuori, come se qualcosa volesse uscire. Smisi di mangiare, alzai lo sguardo ed a un tratto iniziai a piangere, senza nessuna apparente motivazione, piansi come mai prima, continuando a sentire quella pressione che piano piano si affievoliva. Le mie amiche non capivano “stai bene” ed io “si sto bene, ma non riesco a non piangere, non so che mi succede, piago senza un motivo, non mi è mai capitato” sentivo un calore amorevole che mi coccolava e mi faceva sentire al sicuro, non mi vergognavo per niente e le centinaia di pellegrini presenti alla mensa sembravano non curarsi del ragazzo bianco piangente. Il pianto era talmente incontrollabile che sprofondai perfino con la faccia nel piatto di riso eheheheh! Dopo poco riuscii un attimo a normalizzarmi, dissi alle mie amiche che volevo stare da solo, iniziai a camminare fra la gente e le piante del tempio senza meta, continuavo a piangere in maniera pacata. Una calma indescrivibile mi pervase, mi sentivo un burattino nelle mani di dio, sembrava come se qualcuno mi stesse pilotando, mi sentivo fuori dal corpo, non ero io a camminare. Camminavo con i palmi delle mani aperti rivolti in fuori, accarezzando l’aria con dolcezza, sentivo del calore sui palmi e dei pizzicori lungo di esse. Mi sedetti all’ombra di una pianta, fissando la cupola del tempio mi accorsi che non sbattevo le palpebre da ore e non ne sentivo il bisogno. Il mio sguardo era a 360° mi sentivo immerso in tutto, mi sentivo parte di quella finzione che avevo di fronte a me. Una mia amica venne a cercarmi preoccupata dalla mia lunga assenza, tornammo insieme verso la mensa fermandoci di fronte ad un laghetto pieno di fiori di loto. Mi specchiai nell’acqua, ero irriconoscibile, sembravo diverso, più adulto, la mia amica mi fece notare che mi era cambiato il colore degli occhi, da castano chiaro a verde smeraldo, questo ancora non me lo spiego. Le raccontai tutto e lei mi disse che le successe una cosa simile 3 anni prima, proprio in quel posto. Mi sentivo rinato, più leggero di 10 kg, la pressione al petto era sparita, stavo bene, mi sentivo molto fortunato e grato. Dopo solo poche ore dal mio arrivo in India, realizzai che quel popolo e le sue terre mi avrebbe dato tanto. Sentivo che mi trovavo nel posto giusto per continuare il mio cammino di rinascita iniziato in Perù, dopo anni di oscurità e confusione in occidente ero pronto a darmi da fare. Mi sentivo a casa, come se stessi vivendo in India da sempre, era il primo giorno di un viaggio entusiasmante che cambiò la mia vita per sempre. Quel giorno sentii per la prima volta le energie sottili, senza saperne niente, con un velo di mistero e leggenda. Ora dopo solo 4 anni di ricerche, provando ogni tipo di tecnica, sperimentando ogni tipo di Yoga, so che tutto è vero e perfettamente spiegabile grazie alla scienza dell’energia, il Pranic Energy Healing e all’Arhatic yoga. Devo tutto al mio amato maestro Maha Atma Choa Kok Sui e i suoi discepoli che mi hanno mostrato la via dopo tanto cercare. Li ringrazio per avermi dato la possibilità di usare le energie sottile per comprendere la vita e alcuni dei suoi misteri. Li ringrazio soprattutto per avermi dato una torcia per illuminare la via, in un dedalo moderno, zeppo di tecniche mediocri, ciarlatani dell’energia e santoni quantici, in un mondo costellato da esoterismo spiccio home made, senza sacrifico, che va bene fino ad un certo punto ma che non porta a niente, anzi rischia nella maggior parte dei casi di creare ancora più confusione di quella già presente. Grazie maestro!Il mio primo giorno in india, Il mio primo approccio con le energie sottili.
Ho appena letto la tua esperienza.
Mi sembrava di essere lì.
Sono contento per te che ai trovato la pace interiore.
CIAO Mario.